Welfare contrattuale: come funziona e quali vantaggi offre ai lavoratori

Foglio verde strappato che rivela la parola ‘welfare’ su sfondo bianco.

Il benessere dei lavoratori non è più una questione secondaria, ma un pilastro centrale delle moderne politiche aziendali e, in misura crescente, della contrattazione collettiva.
In questo contesto, il welfare contrattuale emerge come uno strumento fondamentale per migliorare la qualità della vita dei dipendenti e sostenere il loro potere d’acquisto in modo fiscalmente vantaggioso.
Ma di cosa si tratta esattamente? E quali vantaggi concreti porta nella vita quotidiana di chi lavora?

Che cos’è il Welfare contrattuale?

Il welfare contrattuale, noto anche come welfare negoziale, è un insieme di beni e servizi di utilità sociale che le aziende sono obbligate a mettere a disposizione dei propri dipendenti.

L’obbligatorietà nasce direttamente dalle previsioni inserite nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) o da accordi territoriali specifici.
A differenza del welfare aziendale volontario, che è una scelta discrezionale dell’impresa, il welfare contrattuale è un vero e proprio diritto del lavoratore, frutto della trattativa sindacale tra le parti sociali.
Le somme destinate a questo tipo di welfare non sono considerate premi o retribuzioni in denaro, ma forme di retribuzione alternativa pensate per supportare il benessere del dipendente e della sua famiglia.

Come funziona e chi ne ha diritto

Gli importi e le scadenze per l’erogazione del welfare contrattuale sono stabiliti nel dettaglio dai singoli CCNL. Ad esempio, il CCNL Metalmeccanici Industria è stato tra i pionieri, prevedendo un’erogazione annuale fissa (spesso sotto forma di flexible benefit) da utilizzare entro una specifica data.

I lavoratori che ne beneficiano sono generalmente i dipendenti con contratto a tempo indeterminato o determinato che hanno maturato un’anzianità di servizio minima (spesso 3 mesi nell’anno di riferimento).
L’ammontare è spesso proporzionato per i lavoratori part-time.

Il lavoratore, attraverso piattaforme dedicate, può scegliere come spendere il proprio credito welfare selezionando beni e servizi conformi all’Art. 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).

I cantaggi concreti per i lavoratori

Il principale punto di forza del welfare contrattuale è il suo vantaggio fiscale, che si traduce in un aumento del potere d’acquisto effettivo.
Le somme erogate per il welfare contrattuale sono infatti:

  1. Esenti da imposte (IRPEF) per il lavoratore.
  2. Esenti da contributi previdenziali e non concorrono alla formazione del reddito imponibile.

Questo significa che l’intero importo del benefit arriva direttamente al dipendente per essere speso, a differenza di un aumento in busta paga che verrebbe tassato.

Tipologie di benefit più comuni

Il welfare negoziale copre una vasta gamma di servizi essenziali per il benessere personale e familiare del lavoratore.
Tra le opzioni più richieste e diffuse troviamo:

  • Sanità integrativa: contributi per l’adesione a Fondi di Assistenza Sanitaria come, ad esempio, l’assistenza sanitaria di Gruppo Unipol, che garantiscono copertura per visite specialistiche, esami e trattamenti non coperti o parzialmente coperti dal Servizio Sanitario Nazionale.
  • Previdenza complementare: versamenti aggiuntivi a fondi pensione integrativi per costruire una futura pensione più solida.
  • Istruzione e formazione: rimborsi per le spese scolastiche e universitarie dei figli (rette per asili nido, libri, tasse scolastiche) e accesso a corsi di formazione professionale per il dipendente.
  • Servizi di assistenza: voucher e rimborsi per servizi di baby-sitting e assistenza a familiari anziani o non autosufficienti.
  • Buoni acquisto e voucher: utilizzabili per la spesa quotidiana, l’acquisto di beni di consumo o il carburante.

In definitiva, il welfare contrattuale è uno strumento di estrema importanza che, grazie all’azione sindacale, contribuisce in modo significativo a migliorare la conciliazione tra vita lavorativa e privata e a sostenere concretamente le esigenze economiche e sociali dei dipendenti italiani.

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