Come funziona una garanzia prestata a primo rischio assoluto?

Il primo rischio assoluto è un tipo di clausola presente in alcuni contratti assicurativi per cui la compagnia si impegna a risarcire interamente il danno subito, fino a concorrenza del massimale concordato, indipendentemente dal valore complessivo dei beni assicurati.

Ciò significa che se il danno è inferiore o uguale al massimale, si ha diritto al risarcimento integrale del valore del danno. Questa modalità di indennizzo è differente dalla più diffusa “regola proporzionale”, in base alla quale il risarcimento è proporzionale al rapporto fra valore effettivo dei beni e valore assicurato . In parole povere, nel primo rischio assoluto l’ammontare dell’indennizzo dipende solo dall’entità del danno e dal massimale.

Come funziona il primo rischio assoluto

La differenza sostanziale tra primo rischio assoluto e regola proporzionale sta nel metodo di calcolo dell’indennizzo.

Con la regola proporzionale, l’indennizzo è proporzionale al rapporto fra valore assicurato e valore reale del bene. In pratica, assicurando un’abitazione per 100.000 euro, mail cui valore assicurabile è di 500.000 euro, in caso di danno da 50.000 euro, con la regola proporzionale il risarcimento sarebbe solo di 10.000 euro (50.000 x 100.000/500.000).

Con il primo rischio assoluto, il risarcimento è commisurato all’entità effettiva del danno, nei limiti del massimale.

Con il primo rischio assoluto invece verrebbero liquidati interamente i 50.000 euro di danno.

Esempi pratici

Proviamo a fare ancora alcuni esempi concreti per capire meglio come funziona il primo rischio assoluto.

Esempio 1: polizza incendio con massimale di 100.000€ a primo rischio assoluto

Poniamo il caso di un appartamento del valore di 200.000 euro, assicurato contro l’incendio con un massimale di 100.000 euro.

Se si verifica un incendio che provoca un danno di 80.000 euro, con una polizza a primo rischio assoluto si riceveranno 80.000 euro, ovvero l’intero ammontare del danno.

Se invece il rogo causasse un danno di 120.000 euro, la compagnia liquiderà comunque solo 100.000 euro, cioè il massimale della polizza.

L’assicurato dovrà quindi mettere di tasca propria i restanti 20.000 euro. Se però il danno fosse di soli 50.000 euro, con il primo rischio assoluto si otterranno esattamente 50.000 euro di risarcimento.

Esempio 2: polizza furto con massimale di 10000€ a primo rischio assoluto

Facciamo un altro esempio, stavolta per il furto. Ipotizziamo di possedere oggetti di valore in casa per 30.000 euro.

Con una polizza a primo rischio assoluto per il contenuto, con massimale di 8.000 euro, se i ladri rubano beni per 7.000 euro l’indennizzo sarà appunto di 7.000 euro.

Se invece il furto riguarda oggetti per 10.000 euro, la compagnia liquiderà gli 8.000 euro del massimale, lasciando scoperto il resto.

Cosa copre il primo rischio assoluto

Questo tipo di contratto assicurativo può riguardare diverse garanzie, ma le più frequenti sono i danni da incendio/eventi atmosferici al fabbricato e al contenuto, il furto del contenuto, i danni da perdite d’acqua.

Meno diffuso è invece per la copertura di rischi catastrofali come terremoto o alluvione, in quanto l’imprevedibilità e l’elevata entità potenziale del danno mal si conciliano con un massimale prefissato. Anche per quanto riguarda la responsabilità civile verso terzi, le compagnie preferiscono solitamente non applicare il primo rischio assoluto, per il rischio di esposizione illimitata in caso di danni ingenti.

Quando conviene una polizza a primo rischio assoluto

I principali vantaggi delle polizze a primo rischio assoluto sono la semplicità, la chiarezza del meccanismo di indennizzo e il costo inferiore rispetto alle polizze a valore intero.

Non dovendo assicurare l’intero valore del bene, infatti, il premio assicurativo risulta più contenuto. Inoltre, definendo un limite massimo di risarcimento, sia l’assicurato che la compagnia hanno chiaro sin da subito l’esborso massimo in caso di sinistro.

Infine, il primo rischio assoluto elimina il rischio di veder applicata la regola proporzionale.

Lo svantaggio principale sta nel fatto che se il danno supera il massimale pattuito, l’assicurato deve farsi carico della parte eccedente.

È quindi fondamentale definire con attenzione l’importo della copertura. In caso contrario, specie per beni di elevato valore, si rischia di trovarsi scoperti proprio quando occorrerebbe liquidità per affrontare spese impreviste a seguito di un sinistro.

Consigli finali per stipulare una polizza adeguata

Per individuare la soluzione migliore la cosa migliore è affidarsi agli specialisti e descrivere nel modo più dettagliato possibile le proprie necessità e disponibilità, in relazione al bene da assicurare.

Sulla base di questi elementi, il consulente assicurativo può proporre la formula contrattuale più opportuna tra primo rischio assoluto e valore intero.

L’ideale sarebbe poi affiancare alle polizze obbligatorie per legge anche ulteriori garanzie accessorie, così da avere una protezione a 360° contro tutti gli imprevisti, calcolando un massimale congruo per ogni tipologia di rischio.

Infine, è buona norma riesaminare periodicamente sia il livello di copertura che il massimale scelto, apportando le modifiche necessarie al mutare delle condizioni.

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